Sant’Andrea
Sant’Andrea
Rappresenta il territorio del Centro Storico di Chioggia nell’area Nord delle chiese di Sant’Andrea e San Domenico.
Ha come simbolo l’omonima Croce.
Il colore è il verde.
Albo d’oro
1993
2000
2009
2011
2016
La Contrada
La Contrada di Sant’Andrea Apostolo (e San Domenico) si estende nell’area settentrionale della città di Chioggia (in provincia di Venezia), comprendendo le calli ultra Platheam (oltre il Corso) ed ultra Venam (oltre canal Vena). Fulcro monumentale della contrada è la millenaria Torre di Sant’Andrea con i suoi trenta metri d’altezza, cimelio di un’antica fortezza difensiva, dalla quale si controllavano le bocche di porto e la zona di Vigo, originario nucleo della città. Sulla torre svetta l’orologio di Jacopo Dondi, il più antico ancora funzionante del mondo, ivi trasferito dopo la demolizione dell’antico Palazzo Pretorio.
All’ombra della torre sorge l’Osteria, luogo d’incontro e di ristoro, di mescita del vino e d’assaggio di piatti prelibati. Ai lati della stessa si sviluppano le botteghe degli antichi mestieri, ove si svolge alacre e gioiosa la vita del rione. Il gonfalone è troncato, rosso nella parte superiore, verde nella parte inferiore: il rosso rappresenta il fuoco e l’amore verso Dio ed il prossimo, l’audacia, il valore e la generosità; il verde richiama la speranza, la franchezza e l’amicizia. Emblema di contrada è la croce d’argento decussata, strumento di martirio dell’apostolo Andrea.
La forza della nostra contrada sta anche nel numero di figuranti che ogni anno partecipano alla manifestazione: più di 100 persone tra bambini e adulti.
La Contrada presenta antichi mestieri medievali. Si sottolinea la Scuola del Tombolo, nata nove anni fa, e che oggi ha dato vita all’associazione “Il merletto di Chioggia” che partecipa al progetto di candidatura del Merletto italiano a patrimonio immateriale dell’Unesco. La Contrada ha un gruppo di musici e un gruppo di ballo a tondo medievale. Molto educativo il teatrino dove si racconta la storia di Chioggia a un pubblico di bambini sempre interessati.
Storia
Il sogno dell’Impero Romano sta inesorabilmente svanendo all’incalzare di orde violente di barbari come i Visigoti gli Unni e i Vandali. La civiltà romana vacilla e si ritrova sull’orlo del collasso. Nel VI secolo guerre, carestie ed epidemie sferzano il territorio italico lasciandosi alle spalle una scia di devastazioni. Da Nord cala l’ultima ondata delle orde barbariche, fieramente pagani, famosi per la loro crudeltà sono i Longobardi che determineranno la caduta dell’impero romano. Nell’VIII secolo quel che rimane dell’impero è uno stretto corridoio di terra che collega Roma a Ravenna e la minaccia rappresentata da Re Alboino, preme con insistenza sui confini e sulle lagune venete. È in questo momento storico che nascono le torri di difesa e di avvistamento a torre militare di Sant’Andrea con i suoi trenta metri di altezza è il punto più alto di una piccola fortezza difensiva a Nord della città, dalla quale si controllano le bocche di porto e l’area di Vigo, dove attraccano le barche commerciali e pescherecce. Essa si innalza immutata e sorniona con il suo orologio da torre opera del Dondi, il più antico e ancora funzionante del mondo. La storia si è compiuta implacabile fuori e dentro le sue mura. La nacita del Dogado veneziano, lo splendore e ricchezza delle saline, la guerra di Chioggia, il declino e la fine della repubblica di Venezia. Una odierna storia ancora, quella della contrada di Sant’Andrea che da vent’anni rivive alla sua ombra le vicende della città e della sua famosa guerra, nelle giornate della Marciliana.
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Arti e Mestieri
Gli Artigiani
Nella contrada ferve laboriosa l’opera di esperti artigiani: il fabbro sbalza il rame, creando stoviglie ed altri utensili, il vetraio piomba il vetro, le donne ricamano a telaio, lavorano ai ferri e confezionano bambole in stoffa, il mugnaio trita il grano con la macina, l’affrescatore è intento alle sue pitture.
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IL TOMBOLO
La lavorazione al tombolo ha origini antichissime. Manifestazioni di questa antica arte possono essere fatte risalire ad insediamenti millenari dalla testimonianza dei fuselli in osso, rinvenuti all’interno di tombe etrusche. Una datazione così antica rende difficilmente identificabile una precisa origine territoriale e temporale dell’arte del tombolo. Certa è la necessità per le donne di ogni epoca e ceto sociale, da sempre tenute alla cura del focolare, di attendere alla casa, procurandosi quanto occorra per la sussistenza e l’ornamento della stessa. Il lavoro al tombolo, elevato attraverso i secoli ad arte, ha seguito il trascorrere del tempo, adattandosi via via al cambiamento di costumi ed al progresso tecnologico, sino ad una decadenza dovuta all’introduzione di lavorazioni meccanizzate. Oggi la produzione del ricamo a tombolo è sempre più apprezzata dagli amanti del bello. La particolarità della lavorazione, la sua difficoltà evidente nei tempi di produzione, non diversi da quelli delle nostre antenate, fanno dell’intreccio al tombolo un tesoro culturale da tramandare di generazione in generazione, ciò che la Contrada di Sant’Andrea cerca di ottenere con la sua scuola.
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Animazioni e particolarità
Allestimenti scenici
La Contrada nel corso degli anni, sulla base di accurate ricerche storiche, ha proposto diversi allestimenti scenici, trattando molteplici aspetti della cultura medievale, non solo clodiense.
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Il Giullare
Buffa figura dalle vesti variopinte che, in tono aulico o grottesco, narra la guerra di Chioggia, l’epopea del paladino Orlando, l’amor cortese.
(Interpretazione di A. Peligra) -
Gli Alchimisti
Misteriosi personaggi, un po’ astrologi un po’ erboristi, che, combinando erbe ed altre sostanze secondo formule magico-rituali, cercavano l’Elisir di Lunga Vita e la Pietra Filosofale, in grado di mutare i metalli in oro. Agli alchimisti si affianca la Cartomante, che predice con i tarocchi il futuro in amore e in affari.
(Interpretazione di S. Angarano e A. Peligra) -
Il Carro dell’Acqua
Lungo Corso del Popolo sfila il carro con gli otri d’acqua della Brenta, mentre i venditori divertono il pubblico con le loro facezie.
(A cura di D. Zanni, R. Ravagnan) -
Processo e monito per strigarie e malie
Esempio di procedura inquisitoria contro streghe e pretesi guaritori al cospetto di un austero esorcista domenicano.
(Testo di L. Bellemo, tratto dagli studi di Mons. D. De Antoni, Arcivescovo di Gorizia) -
De Clugia ve conto e canto
Un trio di cantastorie, con l’ausilio di vivaci pannelli figurati, accompagnato dai canti dei musici di contrada, narra l’epopea della città di Chioggia, dalle origini alla guerra con Genova, rievocando il martirio dei SS. Patroni, gli assedi di Franchi ed Ungari, il Trattato Clodiano di Federico II Barbarossa, il commercio del sale…ed altro ancora.
(Testo di G. Varagnolo e S. Angarano)