All’ombra della torre sorge l’Osteria, luogo d’incontro e di ristoro, di mescita del vino e d’assaggio di piatti prelibati. Ai lati della stessa si sviluppano le botteghe degli antichi mestieri, ove si svolge alacre e gioiosa la vita del rione. Il gonfalone è troncato, rosso nella parte superiore, verde nella parte inferiore: il rosso rappresenta il fuoco e l’amore verso Dio ed il prossimo, l’audacia, il valore e la generosità; il verde richiama la speranza, la franchezza e l’amicizia. Emblema di contrada è la croce d’argento decussata, strumento di martirio dell’apostolo Andrea.
La forza della nostra contrada sta anche nel numero di figuranti che ogni anno partecipano alla manifestazione: più di 100 persone tra bambini e adulti.
La Contrada presenta antichi mestieri medievali. Si sottolinea la Scuola del Tombolo, nata nove anni fa, e che oggi ha dato vita all’associazione “Il merletto di Chioggia” che partecipa al progetto di candidatura del Merletto italiano a patrimonio immateriale dell’Unesco. La Contrada ha un gruppo di musici e un gruppo di ballo a tondo medievale. Molto educativo il teatrino dove si racconta la storia di Chioggia a un pubblico di bambini sempre interessati.
Il sogno dell’Impero Romano sta inesorabilmente svanendo all’incalzare di orde violente di barbari come i Visigoti gli Unni e i Vandali. La civiltà romana vacilla e si ritrova sull’orlo del collasso. Nel VI secolo guerre, carestie ed epidemie sferzano il territorio italico lasciandosi alle spalle una scia di devastazioni. Da Nord cala l’ultima ondata delle orde barbariche, fieramente pagani, famosi per la loro crudeltà sono i Longobardi che determineranno la caduta dell’impero romano. Nell’VIII secolo quel che rimane dell’impero è uno stretto corridoio di terra che collega Roma a Ravenna e la minaccia rappresentata da Re Alboino, preme con insistenza sui confini e sulle lagune venete. È in questo momento storico che nascono le torri di difesa e di avvistamento a torre militare di Sant’Andrea con i suoi trenta metri di altezza è il punto più alto di una piccola fortezza difensiva a Nord della città, dalla quale si controllano le bocche di porto e l’area di Vigo, dove attraccano le barche commerciali e pescherecce. Essa si innalza immutata e sorniona con il suo orologio da torre opera del Dondi, il più antico e ancora funzionante del mondo. La storia si è compiuta implacabile fuori e dentro le sue mura. La nacita del Dogado veneziano, lo splendore e ricchezza delle saline, la guerra di Chioggia, il declino e la fine della repubblica di Venezia. Una odierna storia ancora, quella della contrada di Sant’Andrea che da vent’anni rivive alla sua ombra le vicende della città e della sua famosa guerra, nelle giornate della Marciliana.